La Business Analysis per l’efficacia organizzativa
La cooperazione non nasce per principio (forse la collaborazione, ma no di certo la cooperazione). E’ invece la Business Analysis, nell’accezione anche di analisi organizzativa, a progettarla, con efficacia, in modo strategico sulla base dei comportamenti osservati, intervenendo su interessi, poteri e vincoli specifici.
Le modalità di lavoro non sono nient’altro che soluzioni operative. Sempre specifiche, create, inventate, istituite dalle persone in relativa autonomia, con le loro risorse e capacità particolari. Al fine di risolvere il problema fondamentale della cooperazione in vista del raggiungimento di obiettivi comuni, malgrado i loro orientamenti divergenti.
In quanto modalità di integrazione di comportamenti divergenti e contraddittori, l’insieme delle modalità di lavoro ad un tempo presuppongono ed istituiscono un minimo di organizzazione dei campi operativi in azienda.
Tale organizzazione può essere formalizzata e consapevole, oppure essere stata “naturalizzata” dalla storia, dalla tradizione, dalle credenze, fino a sembrare evidente. Tuttavia, rimane sempre un artefatto umano. Il quale – orientando i comportamenti delle persone e delimitandone la libertà e le capacità di azione – rende possibile lo sviluppo dell’azienda. E nello stesso tempo condiziona profondamente i suoi risultati.
👉Sintomi quali: persone che mostrano risentimento, doppiezza, indossano maschere, gestiscono i propri giardinetti, non si comprendono e nascondono informazioni chiave.
👉Effetti quali: rigidità e inerzia, circoli viziosi, conflitti di interesse, contributo dei singoli non colto o non ben indirizzato, bassa performance e soddisfazione sul lavoro.
Sono conseguenze dell’azione di tale sistema e prima di criticare le modalità di lavoro e prima di proporne eventualmente delle nuove, è indispensabile conoscerle, cioè capire la loro logica e la loro razionalità, interrogandosi sui problemi che, attraverso di esse, le persone hanno cercato di risolvere e sulle difficoltà e i vincoli che ne derivano. Questo è lo scopo dell’analisi organizzativa.
Conclusioni
Nel nostro blog abbiamo già parlato di buone e cattive pratiche nelle organizzazioni (ricordate il ‘make jobs not wars’ del precedente articolo di Pier Paolo Stoppino?).
Quando sentiamo che qualcosa non funziona, non guardiamo alle persone o ai processi, la prima cosa da mettere in dubbio è l’organizzazione reale, i giochi che strutturano le possibilità di cooperazione in forma più o meno fluida, più o meno formalizzata, più o meno consapevole.