Dialogare con ChatGPT: è il momento dell’Oracolo

Per dialogare con ChatGPT ed otterenere risultati validi occorre saper fare le domande giuste!
Per dialogare con ChatGPT ed otterenere risultati validi occorre saper fare le domande giuste!

Ho provato ChatGPT per la prima volta a metà dicembre e, lo ammetto, mi ha sorpreso.

Per chi di voi non fosse mai entrato in contatto con questo strumento, suggerisco di farlo. Intanto, ai pochi che non sapessero di che stiamo parlando, dico solo che si tratta di uno strumento in grado di dialogare via chat con voi, discutendo dei più disparati argomenti e rispondendo a domande con un livello di dettaglio e comprensibilità adeguato all’interlocutore. Per provarlo, basta andare sul sito https://chat.openai.com/ e creare un account, anche velocemente usando le credenziali Google, dopodiché si è liberi di dialogare con ChatGPT.

Una prima domanda

Per dare un’idea delle potenzialità del mezzo e di cosa significa dialogare con ChatGPT, ecco la prima domanda che gli ho fatto, diciamo un test:

IO: – Abbiamo due tabelle di database. Una ha questi campi: ID, EMPLOYEE_NAME, ZIP. La seconda ha questi campi: ZIP, CITY, STATE. Sei in grado di scrivere una query SQL per sapere quanti dipendenti vivono a Chicago?

CHATGPT: – Per scoprire quanti dipendenti vivono a Chicago utilizzando SQL, puoi utilizzare una query come questa:

SELECT COUNT(*)
FROM employees e
JOIN zip_codes z ON e.zip = z.zip
WHERE z.city = 'Chicago';

Questa query unirà la tabella employee e la tabella zip_codes nella colonna zip, quindi filtrerà i risultati per includere solo le righe in cui la città è “Chicago”. La funzione COUNT(*) conterà il numero di righe nel set di risultati, che ti darà il numero di dipendenti che vivono a Chicago.

Potrebbe essere necessario modificare i nomi di tabella e colonna in questa query in modo che corrispondano ai nomi nel proprio database.

La risposta, ineccepibile, ha richiesto una comprensione semantica della mia richiesta, non una semplice traslitterazione o una ricerca per parole chiave. La parte che a me emoziona di più è immaginare le strutture dati e gli algoritmi che sono stati necessari per giungere ad un risultato del genere. Per capirci, siamo a livello di HAL-9000.

Ti piace la Carbonara?

Vi racconto di una seconda conversazione. Gli ho chiesto di trovarmi la vera ricetta italiana della Carbonara.

Mi ha tirato fuori una bella ricetta, con tanto di ingredienti e procedimento. Ma ora fate attenzione: nella ricetta compaiono il bacon, invece del guanciale, e si aggiunge il prezzemolo. ChatGPT attinge a tutto ciò che trova su internet ed evidentemente ciò che viene fuori è la sintesi di questo immenso patrimonio informativo. Non prendiamocela con lo strumento: chissà quanti chef blasonati hanno scritto una ricetta della carbonara usando quegli ingredienti, spacciandola per vera ricetta italiana della Carbonara. E questo è lo spirito con cui leggere ed interpretare il risultato.

Molto carino che alla fine della ricetta mi abbia scritto: 

CHATGPT – I hope you enjoy this traditional Italian recipe for carbonara! Buon appetito! (in italiano). 

Ha fatto lo spiritoso! Evidentemente, durante l’apprendimento, gli algoritmi conversazionali hanno imparato ad umanizzare le risposte utilizzando questo genere di conclusioni, non saprei dire se con specifici rinforzi o spontaneamente, tramite l’analisi di miliardi di testi in giro per la rete, probabilmente entrambe le cose.

La vera Carbonara: ulteriore dialogo con ChatGPT

Ma ChatGPT non è solo domanda e risposta: invece, è in grado di interagire con gli interlocutori. Per questo sono andato oltre e gli ho detto:

IO – Lo sai? In Italia molti usano la pancetta o guanciale, ma la vera ricetta della Carbonara richiede rigorosamente il “Guanciale”. Inoltre non sono così sicuro del prezzemolo. Non ho mai visto il prezzemolo usato per la carbonara in Italia.

L’ho sforzato un attimo sul concetto. Se ti chiedo la vera ricetta italiana della Carbonara, a me (italiano) sembra semplice capire ciò che voglio. Ma anche questo è interessante: cosa vogliono in generale gli interlocutori che normalmente cercano la vera ricetta della Carbonara? Vogliono davvero la vera ricetta? O vogliono semplicemente una buona ricetta che sembri vera? ChatGPT appare riflettere l’insieme dei contenuti sulla rete non solo per quanto riguarda le risposte, le informazioni ricercate, ma anche nell’interpretazione delle domande, delle intenzioni di chi le pone; questo mi pare rappresenti un vero e proprio bias, sul quale sarebbe opportuno riflettere.

La risposta di ChatGPT alla mia ulteriore domanda

Ogni software, infatti, rivela più sui suoi meccanismi interni e il suo funzionamento tramite gli errori che fa piuttosto che quando fornisce le risposte corrette. Sapete cosa mi ha risposto? Ecco:

CHATGPT – Hai ragione che il guanciale è la carne tradizionale usata nel sugo alla carbonara, anche se in sostituzione si possono usare anche pancetta o bacon. È importante utilizzare ingredienti di alta qualità in questa ricetta, poiché la semplicità del piatto implica che i sapori di ogni componente saranno più pronunciati.

Per quanto riguarda il prezzemolo, non è un ingrediente tradizionale della salsa alla carbonara. Gli ingredienti tradizionali per la carbonara sono semplicemente uova, formaggio (solitamente pecorino romano o parmigiano), pancetta o guanciale e pepe nero. Alcune varianti possono includere aglio o cipolle, ma il prezzemolo non è tipicamente usato.

Mi scuso per l’eventuale confusione causata dalla mia precedente risposta. Spero che questo chiarisca eventuali malintesi sugli ingredienti della tradizionale salsa alla carbonara italiana.

Nella mente del mostro

La mia risposta gli ha fatto comprendere meglio il senso della mia domanda iniziale (ChatGPT ha presente il contesto della conversazione e ricorda ciò che è stato detto prima): volevo sapere la vera ricetta tradizionale e non semplicemente una buona ricetta che apparisse tale. Questo deve aver focalizzato meglio il suo campo di ricerca, escludendo alcune informazioni e dando maggior peso ad altre; ciò ha fatto sì che la successiva risposta fosse formalmente più corretta ed argomentata. Ha anche cambiato registro:

  • Ha capito che l’interlocutore ne sapeva di più di quanto inizialmente immaginato e, ad esempio, è entrato nel merito di ciò che rende davvero ottimo un piatto semplice come la Carbonara: gli ingredienti. Questo cambio di livello si è tradotto anche nella richiesta di scuse finali.
  • Mentre nella prima risposta mi ha fornito una ricetta (ingredienti, procedimento), nella seconda ha fornito degli approfondimenti gastronomici, usando quindi un registro comunicativo differente.

Inutile dire che la successiva richiesta di un vino da abbinare è stata decisamente più tecnica e pertinente.

In seguito ho avviato altre conversazioni con ChatGPT, ma intanto che cosa concludere da questo primo contatto?

Il dialogo con ChatGPT differisce dalla ricerca con Google

Intanto che ci troviamo di fronte ad un potente strumento. Ho detto strumento, perché questo è. Uno degli strumenti più sofisticati che l’umanità abbia prodotto; uno strumento che utilizza l’intelligenza artificiale per creare un livello di interazione e di integrazione delle conoscenze il più somigliante possibile a quella umana.

Non entrerò nel merito di cosa è intelligenza artificiale per non andare oltre lo scopo di questo breve contributo.

Non entrerò nemmeno su domande importantissime circa le fonti dei dati e la riservatezza delle conversazioni, o dei limiti imposti o da imporre alle risposte da dare: non oso provare a chiedere come fare una bomba atomica in casa, innanzitutto perché non voglio saperlo, poi perché ho paura di ricevere una risposta efficace ed infine perché non voglio trovarmi la DIGOS sotto casa.

Dialogare con ChatGPT è una cosa un pò diversa che cercare su Google.

Già con una banale ricerca su Google, perché sia efficace, è importante trovare i corretti termini da ricercare, e dopo di che andrebbero valutati i risultati ottenuti, in termini di attendibilità delle fonti e pertinenza dei risultati, così da pervenire ad una risposta adeguata. Non vi sarà difficile immaginare la stessa ricerca sulla carbonara tramite Google, gli innumerevoli esempi e video più o meno attendibili…

Per dialogare con ChatGPT, a differenza di Google, l'unico compito che resta all'utente è la formulazione della domanda.
Il processo di ricerca su ChatGPT e Google a confronto

ChatGPT elimina una parte dei passaggi, soprattutto quello di comprensione dell’origine e della natura delle fonti e quello di sintesi dei risultati, sostituendolo con la sua comprensione del contesto della domanda e del livello del richiedente. Cosa resta allora da fare?

Per dialogare con ChatGPT: il Nuovo Oracolo

Ecco, il punto è questo: per dialogare con ChatGPT occorre saper formulare le domande. Le domande diventano il centro della ricerca. Devono essere complete, circostanziate, ben definite. Riceveremo sempre delle risposte, ma la qualità delle risposte è commisurata alla qualità delle domande. Una persona che non conosce l’argomento può ricevere una prima risposta, essenziale; un esperto può essere messo di fronte in modo immediato e disintermediato a tutto lo scibile su quell’argomento, distillando le informazioni richieste per il merito di ciò che rappresentano e non in base alle priorità individuate dagli algoritmi di ricerca.

Concentrarsi sulla domanda

Questo concentrarsi sulla domanda, prima che sulla risposta, mi sembra filosoficamente ed umanamente una gran cosa. Evidentemente è il destino degli uomini essere rimandati indietro sulle nostre domande. Ci dice che domande cretine avranno risposte cretine, che dei cretini, però, potranno prendere per buone. Domande intelligenti potranno perfino non avere risposta perché pur nello sconfinato ambito dello scibile umano ci sono buchi, aree inesplorate, carenze di informazioni o di documentazione, o una insufficiente riflessione. E ciò sarà ancora più interessante per l’esperto perché le domande senza risposta richiedono nuove ricerche, nuova conoscenza, aprono spazi di ricerca e di comprensione.

Mi chiedo se non nasca un nuovo mestiere, una sorta di Oracolo dell’IA, che sappia dialogare con ChatGPT, un consulente in grado di aiutare stakeholders ed esperti di dominio ad interagire con l’IA, a porre le domande corrette ed interpretarne le risposte, non in chiave mistica, ma di contesto e di livello di interazione.

Saper fare le domande ad una intelligenza artificiale e dialogare con ChatGPT potrebbe rientrare tra i prossimi requisiti del Business Analyst…!

(Articolo portato sul blog dopo pubblicazione originaria da parte dell'autore su Linkedin. Fonti delle immagini: L'Oracolo - Generata dall'autore con Dall-E; Attività e ruoli nell'interazione con Google e ChatGPT - Realizzata dall'autore)

Pubblicato da Gianni Tommasi

Per molti anni analista di organizzazione, dà un senso alla suo lavoro cercando di risolvere più problemi di quanti ne crea. Nonostante la stazza, ha fatto dell'agilità l'essenza della sua vita professionale; crede nel lavoro di gruppo tanto quanto nello smart working, perché in ufficio non si deve andare a lavorare ma semmai a creare. E pensa che l'intelligenza vada sempre apprezzata, anche quando è artificiale.

2 Risposte a “Dialogare con ChatGPT: è il momento dell’Oracolo”

  1. Ciao,
    grazie per questo racconto interessante e di piacevole lettura.

    Il successo di ChatGPT con i linguaggi di programmazione (incluso l’SQL) ha creato un’hype eccessivo nella comunità tecnologica.
    Come hai dimostrato bene con la domanda successiva, il punto forte di ChatGPT non è il contenuto ma la forma.
    ChatGPT è un motore semantico/linguistico: le risposte “suonano bene” ma non sono corrette. Al momento questo non è un obiettivo di chi l’ha sviluppato.
    Sono in corso ulteriori “lavori” per integrare ChatGPT ad un backend che restituisca risultati attendibili, nei limiti del possibile, ovviamente.
    La verifica dei contenuti proposti da una ricerca Google non è ancora delegabile alla tecnologia, ma responsabilità in carico all’intelligenza umana.
    Effettuare simili verifiche, in campo scientifico o medico, è di primaria importanza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *